“L’Artista ben lontana da una pittura figurativa che trova nella piacevolezza ottica la sua migliore forma espressiva, intraprende un nuovo viaggio che la pone tra le migliori interpreti dell’Arte Astratta-Concettuale Italiana. L’indagine introspettiva di Maura Menichetti fa sicuramente riflettere. La sua è un’arte di estrema sintesi. Un’arte che capita la valenza iconografica del razionale, fa di tutto per contraddirlo. Una tela che conosciuti gli universi paralleli, si “colora”di sensazioni. Le sensazioni raccontate sono quelle che vengono direttamente dall’anima. Un linguaggio cromatico, il suo, che attraverso la sfumatura celata del colore riesce a dare la stessa forza evocativa della pittura materica. La sua è un’indagine che parte da elementi semplici fino ad arrivare alla complessità della psiche. Il gesto della rappresentazione è autentico e si fa portavoce di valori “altri” rispetto a quelli immediatamente percepibili. La sua ricerca spazia tra una memoria che chiede di essere riportata alla luce e il non detto che trova nella dimenticanza la sua migliore rappresentazione. Il suo fare pittorico rende ogni sua rappresentazione unica. La sua sensibilità stilistica fa si che l’astante diventi partecipe di ciò che osserva. Maura Menichetti col tempo ha maturato quella sintesi linguistica propria dei Grandi Maestri. Il suo obiettivo primario è quello di comunicare. Ovvero di rendere partecipe lo spettatore dallo sguardo distratto. Giocare tra fauste zone di luce e misteriose aree d'ombra, creando un complesso scenario simbolico. Questo è l’intento ultimo dell’Artista. Il linguaggio cromatico fa dell’Essenzialità la sua ricerca. Una ricerca che indaga la psiche e che dopo aver vagato nei suoi meandri trova l’uscita per nuove “Rappresentazioni” cariche di significati che hanno nel “non” noto la loro base di partenza”. (Salvatore Russo- critico d’arte)
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Per Maura Menichetti la pittura coincide con il colore. Luminosità scandite, regolate o costituite da una minimale organizzazione segnica, ma il colore è ciò che abita e muove tutta la superficie. Centro di riflessione e di azione, rappresenta quanto di inesauribile lega l’artista alla propria opera. Sopra tutto si afferma nella sue tele la chiara indicazione di un superamento della forma in quanto disegno compiuto, ma anche concettualmente pensato. Tutto viene attuato da presenze non formali, ma con proprie logiche di aggregazione, dove si nota una costruttività senza geometrie e senza progetto, il colore trova delle proprie strutture e la pittura non formalizzata si lega ad un concetto di spazio come totalità. Maura procede nel suo percorso artistico fortemente voluto e cercato sapendo che l’incertezza è un elemento indispensabile dell’esperienza e che la stessa pittura ha una ragione d’essere solo se rischia la propria cancellazione. E’ questo scoprirsi totalmente, muoversi il più possibile senza il rischio di vanificarsi che alimenta quotidianamente il suo lavoro. Tutto è portato a contrasto tra la più leggera e luminosa delle superfici e la più oscura delle profondità. Il suo pennello è perennemente in equilibrio tra questi due estremi territori e velocemente passa da uno stato all’altro senza concedersi una pausa fino a sconfinare nella quasi totalità del nero dove i colori mescolati ad esso vogliono farci intendere cosa può accadere al colore quando viene meno alla luce. (Francesca Duranti -storico dell'arte)
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“Nella sua costante, quanto ispirata, ricerca orientata a suggestioni quasi metafisico-surreali è dato cogliere una sensibile attenzione per le immagini ed il loro collocarsi nello spazio, con elementi che diventano presenze simboliche
di trascinante effetto; la felice simbiosi tra l’esperienza conoscitiva dei temi trattati ed il mistero della forma costituisce l’aspetto più significativo dei suoi lavori,in un percorso artistico che si va arricchendo, sempre più, di preziose sfumature tecniche e tematiche, dove gli effetti cromatici rivelano intimistiche vibrazioni capaci di evocare suggestioni che scaturiscono da sentimenti profondi”. (Luciano Lepri - critico d'arte) “La sovrapposizione delle immagini, l’ambientazione quasi surreale, il particolare sotto forma di simbolo significante, sono tutte finezze formali capaci di esprimere e raccontare esperienze di vita, ricordi lontani nel tempo, emozioni intensamente vissute per poi traslarle nelle tele in una sorta di transumanza spirituale” (Luciano Lepri- critico d'arte) |
Lavora sulle forme geometriche, sulla loro disposizione e sul loro succedersi, oltre che sulla disposizione dei colori, a far sì che si realizzi un sistema comunicativo/espressivo all’interno del quale si inseriscono variazioni e dinamiche suggerite dall’insorgere di quelle che paiono essere insopprimibili istanze emozionali ed emotive, frutto di ricordi, immagini, profumi, parole e gesti. Sempre alla ricerca di equilibrio armonico e della giusta misura comunicativa, Maura Menichetti non tralascia mai di controllare attentamente gli sviluppi della sua ricerca pittorica, creando opere dove la costruzione e l’organizzazione strutturale delle forme e dei colori è sintomatica di un animo raffinato e razionale ma anche avventuriero e sognante dove è vivo il pascoliano“fanciullino”( Luciano Lepri- critico d'arte)
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La geometria della forma crea quell'equilibrio segnico che proietta i corpi in un ipotetico asse in cui concettualmente le figure rappresentate possono essere accostate a setelliti che travalicano il cosmo per raggiungere quell'universo che... attraverso l'indagine segnica portata avanti da Maura Menichetti viene esplorato in maniera decisamente nuova. Un gravitare dunque lungo un ipotetico labirinto mentale in cui la psiche detta al tratto il cammino da seguire. Una narrazione visiva che proietta l'osservatore verso quell'equilibrio della forma che solo una grande artista è in grado di
rappresentare con questa sintesi. (S.Russo ) Molto bella questa tua realizzazione, Maura, è davvero un piacere per lo sguardo e per la mente. E' interessante la critica ma trovo che non si sia addentrata abbastanza - per sintesi probabilmente... - nella valenza psicanaliticamente fort...e delle due figure centrali, il quadrato rosso (elemento femminile) attraversato dal triangolo arancione (maschile), che riconducono alla centralità di una visione atropomorfa (anche nella sua completezza affettiva) che affiora nella tua cosmologia... con il pianeta blu e la componente verde (la natura?) che sovrastano la presenza umana e si armonizzano con essa in una traiettoria di valori... di suggestione ed eleganza Kandinskiane... (Angelo Merante- Inista) |
"La potenza di questa pittura monocroma, sta: sia nella "rottura semantica" (quasi diaframmatica) del "punto aureo del quadro" e sia nella texture segnica del colore, realizzata con grande gusto estetico personale e con buona ricchezza ideativa. Complimenti per la soluzione ottenuta!" (Rino Cardone ”- Luglio 2010) |
"Due mari di colore che si incontrano (il rosso e il beige) eppure qualcosa li divide (il nero). Tornano in mente le parole del poeta arabo quando cita la potenza della Luce spirituale, che aderisce a un Albero d'olivo che non è, nè orientale e nemmeno occidentale. E tornano pure in mente le parole del Profeta persiano che redarguisce gli esseri umani alla loro diversità di genere, sottolineando che tra l'essere maschio e l'essere femmina c'è un qualcosa di caratteriale che li rende unici e sostanzialmente uniti, tenuto conto delle loro specificità creative. " (Rino Cardone luglio 2010)
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La tua forza Menichetti è la tua introspezione. Tu in qualche modo esplori l'onirico e lo riporti su tela. Il parallelismo cosmico che separa il sonno dalla veglia viene messo in luce dalla geometria segnica delle tue visioni. Le tue opere narrano l'inconscio collettivo. Proiettano gli stati d'animo. Indagano in maniera critica le realtà immateriali, il tacito in te diventa urlato e la psiche si disgrega fino a ritrovare sulle tue tele l'ordine delle cose.(S.Russo 2011) Quante forze e quante tensioni contrastanti riesci a mantenere in equilibrio! Il rigore formale è assoluto... se in altre tue opere vedo poesia (non che in questa ce ne sia meno...) in quest'opera vedo anche la densità espressiva di un romanzo! E resto ammirato... (Angelo Merante) . |
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Una poesia essenziale e pura... tutti gli elementi - in equilibrio - si collocano nel punto a loro più congeniale... armonia di forme nelle tracce visivili e in quelle che possiamo solo intuire, travolti da un rosso che non lascia scampo: o lo si ama o ci si fa amare dalla sua forza espressiva... e, magari, entrambe le cose! (Angelo Merante) |
" stabilita la regola, l'impostazione delle geometrie scorre via e, con la diversa intensità delle luci, costruisce un progetto artistico armonizzato e
teso alla creazione di un seducente e soffuso ambiente magico" ( arch. Giacomo Rimondi ) Ottima mediazione tra informale e figurativo, fra astrazione e solidità geometrica e materica: un quadro liricamente concettuale, dalle cromie cupamente luminescenti! (Giampaolo Trotta Critico / Curatore) |
Davvero straordinario, l'evidente ripercorrere le forme femminili si esplica con una grazia che neppure la forza piacevolissima dei rossi intensi riesce a incrinare... delicatezza e sensualità si armonizzano con una forza espressiva notevole e coinvolgente, stabilendo una tensione erotica da cui non ci si può sottrarre! (Angelo Merante) |
Ho visto la gallery e trovo molto interessanti i tuoi pezzi, specialmente quelli di taglio informale. Non mi sentirei di chiamarli "astratti", perché la definizione risulta troppo marcata nella direzione di un distacco dalla realtà. Che invece, nelle tue tele, viene evocata nella sua dimensione quintessenziale, pur se idealizzata, con un anelito di tensione verso un mondo paradigmatico e assoluto. Il colore evidenzia una forte capacità suggestiva che coinvolge e trascina. (Sandro Allegrini Giugno 2010) |