Click here to edit.
Vivo e lavoro a Perugia. Pittrice autodidatta, ho coltivato a lungo la mia passione, in silenzio e lontano da occhi indiscreti. Solo da pochi anni ho superato il mio senso di riservatezza, e incoraggiata da chi ha creduto in me e mi ha dato fiducia, ho iniziato ad esporre. Dopo un periodo figurativo durante il quale ho affinato la tecnica dell’olio, ho iniziato ad esplorare nuovi percorsi alla ricerca di una capacità espressiva più aderente alle mie represse emotività.
Abbandonato il primo genere mi sono avvicinata sempre di più alla pittura astratta. Nei miei lavori è leggibile la mia fase di transizione, intesa non solo come cambiamento di stile pittorico, ma soprattutto come passaggio ad una diversa percezione di me: una rinascita interiore, una ricerca fra sopite emozioni che oggi emergono, lasciandosi alle spalle modelli sociali, convenzioni, apparenze, per dare spazio alla piena libertà di espressione, senza più timori né pudori. Un eloquio interiore e una rappresentazione più reale di me stessa trasposta sulla tela. I diversi piani, le sovrapposizioni del nuovo all’antico, le sequenze, altro non sono che la metafora di un cambiamento dove la pittura gioca un duplice ruolo: lo evidenzia e al tempo stesso lo suscita. In questo processo di autorinnovamento non rinnego niente del mio passato: considero patrimonio tutto il mio vissuto.
"
Per sfuggire al mondo non c'è niente di più sicuro dell'arte” (Johann Wolfgang Goethe)
L’arte è il mio volo di libertà. E’ la facoltà che mi è stata concessa di ricominciare da me, senza cause precedenti, senza condizionamenti, senza aspettative.
Per via dei miei studi e del mio lavoro ho una vita ingabbiata in rigide regole, con un carattere mite volto a soddisfare attese ed esigenze di chi mi circonda.
Questa è la mia vita emersa, quella che appare in superficie.
L’arte è il mio rifugio spirituale.
Nell’arte non mi sento dipendente, ma libera da qualsiasi opposizione e condizionamento, concreto o spirituale, intellettuale o morale.
Qualcuno definisce l’arte come un linguaggio per comunicare agli altri.
Non è così per me.
Io non pretendo di essere compresa, la mia creazione non è un atto di forza attraverso il quale imporre al mondo la mia esistenza.
L’arte è solo lo sfogo per far emergere quell’inquietudine dell’io interiore che ha bisogno di dire la sua, con la potenza di liberarmi, almeno per un momento, dal peso della realtà, di condurmi in dimensioni oniriche dove non esistono confini.
Perché essere artisti significa innanzitutto essere liberi.
Abbandonato il primo genere mi sono avvicinata sempre di più alla pittura astratta. Nei miei lavori è leggibile la mia fase di transizione, intesa non solo come cambiamento di stile pittorico, ma soprattutto come passaggio ad una diversa percezione di me: una rinascita interiore, una ricerca fra sopite emozioni che oggi emergono, lasciandosi alle spalle modelli sociali, convenzioni, apparenze, per dare spazio alla piena libertà di espressione, senza più timori né pudori. Un eloquio interiore e una rappresentazione più reale di me stessa trasposta sulla tela. I diversi piani, le sovrapposizioni del nuovo all’antico, le sequenze, altro non sono che la metafora di un cambiamento dove la pittura gioca un duplice ruolo: lo evidenzia e al tempo stesso lo suscita. In questo processo di autorinnovamento non rinnego niente del mio passato: considero patrimonio tutto il mio vissuto.
"
Per sfuggire al mondo non c'è niente di più sicuro dell'arte” (Johann Wolfgang Goethe)
L’arte è il mio volo di libertà. E’ la facoltà che mi è stata concessa di ricominciare da me, senza cause precedenti, senza condizionamenti, senza aspettative.
Per via dei miei studi e del mio lavoro ho una vita ingabbiata in rigide regole, con un carattere mite volto a soddisfare attese ed esigenze di chi mi circonda.
Questa è la mia vita emersa, quella che appare in superficie.
L’arte è il mio rifugio spirituale.
Nell’arte non mi sento dipendente, ma libera da qualsiasi opposizione e condizionamento, concreto o spirituale, intellettuale o morale.
Qualcuno definisce l’arte come un linguaggio per comunicare agli altri.
Non è così per me.
Io non pretendo di essere compresa, la mia creazione non è un atto di forza attraverso il quale imporre al mondo la mia esistenza.
L’arte è solo lo sfogo per far emergere quell’inquietudine dell’io interiore che ha bisogno di dire la sua, con la potenza di liberarmi, almeno per un momento, dal peso della realtà, di condurmi in dimensioni oniriche dove non esistono confini.
Perché essere artisti significa innanzitutto essere liberi.